MAGGIO

LA MEMORIA COMUNE

fotina per maggio xs.jpg Ogni anno, la città di Cascia stabilisce un gemellaggio di pace e di fede con una città con c...(leggi tutto)

I NOSTRI PADRI

Max Dentice xs.jpg Il 30 maggio 1916, nei cieli di Coltano di Pisa si consumava una tragedia aerea. Ne era vittima il c...(leggi tutto)

LA TRADIZIONE LOCALE

L'ARCOBALENO RICORDA

IMPRONTE ED ISTANTI

Al mare

L'una dopo l'altra,
l'onde del mare
si prostrano ai miei piedi.
Ora so di non essere
un uomo da nulla.

Vito Giuseppe Mele
Il mio cuore in versi, Edizioni Libroitaliano, 2002...(leggi tutto)

L'ARCOBALENO SEGNALA

IL NOSTRO BIMESTRALE copertina 6 2019.jpg
dicembre/gennaio 2019-2020

L'ARCOBALENO PROMUOVE

L'ARCOBALENO CONSIGLIA

Il Carnevale
Da una felice idea dei primi soci, l'Associazione Culturale "Arcobaleno" è da diversi anni l'ente organizzatore del carnevale di San Vito dei Normanni, Farfugghji. “Il carnevale di San Vito” è nato come un tentativo, quello di riportare in vita - adeguandola al mutato contesto sociale - una bella tradizione risalente agli anni Sessanta.

La storia
Bisogna ritornare agli anni del boom economico per rintracciare le origini delle manifestazioni carnevalesche sanvitesi, dal momento che la comunità locale non ha mai sviluppato nel corso della sua millenaria storia alcuna consuetudine in merito (come è avvenuto, invece, in altri comuni pugliesi da Putignano a Massafra). In un clima di relativo benessere economico, negli ultimi giorni prima di Quaresima, alcuni cittadini sanvitesi avevano preso l'abitudine di allestire traini e vecchie carrette per realizzare dei piccoli carri allegorici; tra questi incurabili “bontemponi” il più instancabile era senza dubbio Vincenzo Guarini. Guarini, il martedì grasso, vestiva i panni del professor Cacasole, chirurgo proveniente dall'America e chiamato a San Vito per operare il Carnevale morente: si sedeva sul tettuccio della sua utilitaria e, dopo aver attraversato alcune vie del paese, arrivava in piazza Leonardo Leo per operare il moribondo paziente. L'operazione chirurgica, messa in scena con il contributo di alcuni collaboratori mascherati da infermieri, consisteva nell'estremo tentativo di estrarre dalla pancia dell’ingordo Carnevale tutti quei salumi, formaggi e gli altri oggetti che, in vie del tutto in improbabili, vi erano andati a finire. La palpabile inesperienza di cui Guarini rivestiva la figura immaginaria di questo fantomatico professore era coronata dalla espressione “L’operazione è riuscita, ma il Carnevale è morto!” con cui ogni volta si salutava la fine della settimana più allegra dell'anno. La morte del Guarini e degli altri curatori di questa manifestazione, però, comportò già negli anni Ottanta la fine di questa tradizione.
Dopo un ventennio di silenzio, come detto, i soci della nostra Associazione hanno voluto ereditare l'allegro spirito di questi bontemponi e, arricchendo e adeguando la formula del carnevale del Guarini alla nuova società del Terzo Millennio, hanno (ri)dato vita al carnevale di San Vito. “Farfugghji”, il nome dell'evento, nel dialetto locale significa “oggetti di poco conto messi alla rinfusa” e sta indicare quanto Vincenzo Guarini estraeva dalla pancia del suo Carnevale ogni martedì grasso.

Il carnevale oggi
Il carnevale di San Vito dei Normanni è strutturato in una serie di appuntamenti messi in calendario generalmente nelle ultime due settimane prima della Quaresima. Si tratta di feste pubbliche in maschera e parate per le vie del centro storico arricchite dalla presenza di giochi e veglioncini dedicati ai bambini, musica e animazione dal vivo, spettacoli e le immancabili chiacchiere. A farla da padrona - ovviamente - la maschera ufficiale del carnevale, il professor Cacasole. Il programma degli eventi di “Farfugghji - il Carnevale di San Vito” si conclude ogni anno con l'”Operazione al Carnevale morente”, chiaro riferimento alle origini della manifestazione.
La prima edizione, organizzata in poche settimane, si svolse il 25 febbraio 2001 e, con straordinario successo, dimostrò che il tentativo portato avanti dall'Associazione incrociava i gusti del pubblico: vi presero parte all'incirca cento figuranti; già l'anno successivo il numero era salito a quattrocento.
Nelle ultime edizioni, oltre alla tradizionale “parata del Gran dottore”, l'Associazione sta portando avanti un nuovo tentativo: affiancare alle sfilate in maschera, eventi ed happenings di natura varia ma ugualmente allegra e variopinta come il carnevale per rispondere alle esigenze sempre diverse del pubblico e garantire il divertimento e qualche ora di spensieratezza a chi non può permettersi, per motivi economici, di indossare una maschera. È una sfida, questa, che attende sempre - e come in passato - la fattiva risposta della comunità, specie delle istituzioni educative: nonostante le non facili situazioni economiche, il carnevale di San Vito continua ad essere una tradizione da salvaguardare ed un'occasione per insegnare ai più piccoli il valore del sano divertimento.

I simboli di “Farfugghji”
La maschera principale è un pupazzo in cartapesta realizzato dai maestri di Putignano (Ba) che, dal 2006, in seguito ad un apposito concorso indetto dalla nostra Associazione, è divenuto l'emblema del carnevale sanvitese. Il concorso era finalizzato a far emergere fra i sanvitesi l'idea per una maschera del carnevale della città che, fino ad allora, raffigurava un pagliaccio certamente coloratissimo, ma comunque “anonimo” per i più. Tra i diversi schizzi per il concorso, pervenuti come imponeva il regolamento in due copie (una anonima e l’altra firmata), la giuria che valutava le opere in copia anonima scelse un elaborato raffigurante proprio Guarini travestito da chirurgo. La vera sorpresa al momento di scoprire sulla copia firmata l’autore del bozzetto: il disegno era stato inviato da Luisa Guarini, figlia di Vincenzo, proprio per ricordare l’origine del carnevale di San Vito. Non rimaneva che onorare il fondatore del carnevale dedicandogli la maschera ufficiale! La maschera rappresenta il professore Cacasole, personaggio immaginario interpretato negli anni '60 da Vincenzo Guarini, nell'atto di auscultare il moribondo Carnevale, accompagnandosi sempre con utili caciotte e salsicce.
Un ulteriore simbolo della manifestazione è “Il Gran Dottore”, l'inno ufficiale composto nel 2009 dal sanvitese Antonio Prete e cantato dalla “Gesacchiotti Blues Band”. Per ascoltare il brano clicca qui

La prossima edizione
La prossima edizione di “Farfugghji - il Carnevale di San Vito” si svolgerà il 24, 25 e 26 febbraio 2017. A breve il programma degli eventi. Per ulteriori informazioni, suggerimenti e contatti si può scrivere a info@arcobaleno.br.it o consultare il profilo facebook “Farfugghji, il Carnevale sanvitese”.

Le scorse edizioni
Di seguito sono riportate le immagini più belle delle edizioni del nostro carnevale che, come si noterà, si caratterizza in particolar modo per la bellezza e la fattura dei costumi.

Per ulteriori informazioni: www.arcobaleno.br.it e info@arcobaleno.br.it
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